Successe all’improvviso: un giorno mi svegliai e scoprii di essere diventata donna.

Ma non accadde, come potreste pensare, quando mi venne il ciclo. 

Accadde molto dopo, in una mattina di Marzo, quando i fiori iniziavano a sbocciare e la primavera si riprendeva gli spazi verdi e il cielo limpido, che l’inverno le aveva sottratto con frettolosa scortesia.

Accadde allora che, improvvisamente, mi sentii diversa. 

Indossai un abito sgargiante e una scarica di energia attraversò il mio corpo, che lentamente si risvegliava da quel lungo letargo.

Mi truccai con cura e mi sistemai i capelli: è incredibile che due gesti così semplici possano farci sentire come se ci fossimo bevute una tazza di autostima, al posto del caffè.

Guardai l’orologio: ero in ritardo come al solito.

Indossai i tacchi e presi la borsa, pronta per andare a lavoro, ma la mia immagine riflessa nello specchietto della macchina mi bloccò.

Chi era quella donna sicura e sorridente che mi osservava?

“Devi essere fiera di te” mi disse con voce ferma. 

Beh, l’inizio non era male. Sperai subito che si palesasse più spesso, per ripetermelo ogni mattina.

“E tu chi sei?” le chiesi, lasciando parlare la mia indole sospettosa.

“Sono la donna che sei diventata, non mi riconosci?”

La guardai attentamente, socchiudendo gli occhi, come quando studiavo una persona di cui non mi fidavo.

“E che donna sarebbe?” chiesi, ancora dubbiosa.

Lei mi guardò perplessa: “Sei sempre pronta a giudicarti, ma non sai mai riconoscere il tuo valore. 

Guardami: sono una donna che ogni giorno cerca di trovare il bello in ciò che la circonda, anche quando non c’è. 

Sono una donna coraggiosa, anche se ha paura; sono una donna onesta, anche davanti alla slealtà.

Sono una donna che ha imparato a credere in se stessa, anche quando gli altri non ci credevano.”

Apperò, penso, questa tizia non è niente male.

E decido, per una volta, di crederle sul serio:

“Sei pronta ad iniziare questo nuovo giorno? Andiamo a berci un caffè. Offro io.”