Il papà era un gigante buono e teneva tra le mani il suo Pollicino.
Pollicino era cresciuto tra quelle rugose insenature e ne conosceva a memoria ogni dettaglio.
Ma un giorno il Gigante gli disse: “Pollicino, è arrivato il momento che tu scenda nel mondo.”
Il bambino spaventato rispose: “Ma papà io voglio restare qui. Il mondo è così grande e mi fa paura.”
Il gigante gli sorrise: “Non ti preoccupare, anche quando non mi vedrai, la mia mano sarà sempre pronta a proteggerti.”
E gli diede un fagiolo magico, che lo avrebbe trasportato sulla terra ferma.
Ma ogni volta che poteva, Pollicino lo utilizzava per tornare tra le mani del suo gigante buono e per ascoltare i suoi preziosi consigli.
Trascorsero gli anni e le mani di Pollicino diventarono grandi e forti, finché una sera si accorse con meraviglia che c’era un Pollicino accoccolato sul palmo della sua mano.
In preda all’emozione, piantò subito il fagiolo per andare a dirlo al suo gigante buono, ma il fagiolo non fece crescere alcuna pianta.
Fu allora che una voce si levò dal cielo:
“Non essere triste: sei tu il gigante buono, adesso, figlio mio. Insegna al tuo Pollicino quello che ti ho insegnato.”
La voce divenne sempre più lontana, finché non scomparve, ma Pollicino era certo di aver sentito una mano appoggiarsi sulla sua spalla.